Sentiero della Guerna
IL TORRENTE GUERNA
Una linea d’acqua lunga 12 chilometri
L’idronimo Guerna è utilizzato sia nella forma maschile, “il Guerna”, che in quella femminile “la Guerna”, come nel titolo di questo pannello.
In documenti trecenteschi è detta Guberna.
La Valle di Adrara è percorsa da nord a sud dal Torrente Guerna, che nasce lungo le falde meridionali del Colletto, a circa 1.150 m di quota, e dopo un percorso di circa 12 km sfocia nel Fiume Oglio, in località appunto detta Fosio (in antico Fus, ovvero foce) a 190 m s.l.m.
Il suo bacino idrografico è ampio 30,9 kmq e, oltre ai territori delle due Adrara, ricomprende porzioni dei comuni di Foresto Sparso, Viadanica, Villongo e Sarnico.

Nella parte inferiore, a valle dell’abitato di Adrara San Martino e prima della piana di Villongo, il Torrente Guerna attraversa un fondovalle ampio, dolce e terrazzato, costituito da depositi di varia natura (glaciale, fluvioglaciale, lacustre e di conoide) che si sono accumulati durante glaciazioni quaternarie, allorquando la valle fu a lungo sbarrata dal lobo occidentale della fronte del grande Ghiacciaio dell’Oglio.
Nella parte alta dominano invece le rocce, le quali, a causa di sovrascorrimenti verificatisi durante l’orogenesi alpina, a un certo punto, risalendo la valle, vedono le formazioni più antiche e profonde precedere quelle più recenti.
Nella parte sommitale dell’insolcatura largheggia infatti il Calcare di Moltrasio, una roccia grigio-nerastra formatasi all’inizio del Giurassico, circa 190 milioni di anni fa, mentre nella parte inferiore, dove sorge l’abitato di S. Rocco, troviamo il Calcare di Zu, più vecchio di circa 10 milioni di anni.

La ridotta presenza antropica e la morfologia incassata dell’alveo, che laddove la valle compie una sorta di “esse” assume la foggia di vera e propria forra, fanno dell’alto corso del Torrente Guerna un luogo adatto al torrentismo o canyoning: una pratica sportiva che consiste nella discesa, in sicurezza, dei corsi d’acqua. Chiaramente questi devono avere peculiari caratteristiche, tra cui un alveo incassato e ripido, con presenza di salti, cascate, pozze e scivoli in roccia, e naturalmente l’acqua pulita. Tutte peculiarità di cui dispone il Guerna, le cui grandi pozze su letto roccioso sono dette “Tinelle”.
Due suggestivi scorci sul torrente, nei tratti terminali del "Sentiero della Guerna"
Animali dentro e attorno all’acqua
Il torrente Guerna è un elemento naturale che contribuisce in modo significativo alla biodiversità locale. Le sue acque, fresche e moderatamente correnti, sono costantemente presenti durante l'anno.
Gran parte dell’alveo ha una morfologia naturale e varia, con pozze, raschi, cascatelle e detriti di dimensione variabile. La presenza di tali fattori influisce in modo determinante sulle popolazioni ittiche presenti. Nella gran parte del bacino idrico possiamo supporre prevalenti i Ciprinidi e i Gobidi di piccola taglia, in particolare la Sanguinerola (Phoxinus phoxinus), il Vairone (Telestes muticellus) e il Ghiozzo Padano (Padogobius bonelli).

Il Piano Ittico 2009 della Provincia di Bergamo definisce ad ogni modo “di pregio ittico potenziale” le sue acque, popolate prevalentemente da specie ittiche salmonicole, tra cui la Trota fario (Salmo trutta), che prediligono acque correnti ben ossigenate.
Maggiormente incassato e coperto da una vegetazione arboreo-arbustiva più fitta, il tratto superiore del Guerna risulta più adatto alla Trota fario e allo Scazzone (Cottus gobio), meritando quindi l’istituzione di una Zona di Protezione e Ripopolamento (ZPR). Qui le popolazioni piscicole naturali di pregio sono preservate e ripopolano le aree limitrofe.

Attraverso l’osservazione dei macroinvertebrati acquatici, riconosciuti e utilizzati indicatori ambientali, nel settore intermedio del torrente si nota invece una certa diminuzione della qualità delle acque. La presenza di poche specie di efemerotteri e tricotteri e l’abbondanza di piccole sanguisughe (in questo caso specie predatrici di invertebrati), sono probabilmente dovute all’apporto di nutrienti organici provenienti dai prati pingui circostanti, soprattutto laddove le rive non presentano una fascia di vegetazione spondale ampia e perciò in grado fungere da filtro.
I corsi d’acqua hanno però la capacità di autodepurarsi: più a valle infatti, in prossimità dell’abitato, è stata accertata la presenza di interessanti specie ornitiche legate al torrente, che suggeriscono un miglioramento delle condizioni ambientali: la Ballerina gialla (Motacilla cinerea) e il Merlo acquaiolo (Cinclus cinclus).
Tratto del “Sentiero della Guerna” che affianca il torrente nei pressi della località Forno. Il fondovalle è ampio, con presenza di aree agricole più dolci rispetto a quelle dell’alta Valle
La Ballerina gialla è un uccello stanziale, particolarmente legato al tratto montano e collinare di fiumi e torrenti. Tra le pietre che emergono dall'acqua e sulle spiagge sabbiose trova in abbondanza gli insetti di cui si nutre.
Costruisce il suo nido sulle sponde verticali o nei muri di contenimento, in una nicchia vicino alla corrente. È piuttosto semplice riconoscerla grazie ad alcuni caratteri peculiari: sagoma slanciata, coda molto lunga e scura con i margini bianchi, parti inferiori e groppone gialli, volo ondulato.
La Sanguinerola vive in piccoli banchi che nuotano sottoriva. Nel periodo riproduttivo assume una livrea più contrastata e brillante, che comprende riflessi verde-azzurro sui fianchi e porzioni del ventre marcatamente rossi, in particolare il maschio.

Il Vairone come la Sanguinerola è un pesce diurno, gregario e che ama i corsi d'acqua con corrente vivace a fondo ghiaioso. Ha una dieta piuttosto varia che comprende anche vegetali, ma predilige nettamente i piccoli invertebrati acquatici. Nuota controcorrente, effettuando talvolta scatti verso la superficie.

Il Ghiozzo padano è un piccolo pesce di fondo con abitudini crepuscolari e notturne; di giorno riposa in un rifugio, generalmente l'ombra di una pietra in un tratto del corso d'acqua con corrente moderata. La pinna ventrale è modificata a "ventosa" per aiutarlo a restare fermo sul fondo. In quanto endemico della Pianura Padana, la Direttiva Habitat della Comunità Europea include il ghiozzo padano tra le specie di interesse comunitario che richiedono la designazione di zone speciali di conservazione. È tendenzialmente solitario; il maschio cura e custodisce le uova nella sua tana fino alla loro schiusa. Emette suoni per interagire con i simili a scopo riproduttivo o territoriale.
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